Spettabile Redazione, 

   Esito intervenire sulla vostra risposta al mio “Dov’erano i 3,862 firmatari…” perché tale risposta non mi è mai cortesemente pervenuta da voi, l’ho trovata per caso nel vostro giornale e in verità una risposta da voi nemmeno la aspettavo visto che il mio intervento era mirato agli autori della petizione e, se non erro, il Signor Porpiglia si era pubblicamente dissociato da tale azione. 

   Il mio disappunto ha poco a che fare con i reclami tra Gente d’Italia ed il Comites di Miami, per i quali, avete ragione, non sono sufficientemente informato ne pretendevo di esserlo, credo di essere stato chiaro, lascio volentieri questo compito all’Intercomites che si informi, investighi e agisca pure con la risolutezza necessaria per fare le dovute raccomandazioni al comitato di presidenza del CGIE, al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli italiani nel mondo (o chi per lui visto che il MIM non esiste più) tutti chiamati in causa in caso di forzato scioglimento di un comitato.  Se sia il caso di dare a voi le "tottò" non saprei, non se neanche cosa ciò significa, scusate la mia ignoranza. 

   Ho creduto doveroso fornire dati che comprovano come la petizione sia stata redatta su presupposti errati, testimonianze clamorose che possono sviare l’opinione dei potenziali firmatari e quindi creare dubbi sulla validità della petizione.  Per quanto riguarda lo sperpero di finanze fareste bene anche voi informarvi meglio, prima per la procedura estenuante con la quale le autorità esaminano e approvano o bocciano i bilanci dei Comites, con penalità abbastanza severe per eventuali trasgressori, e poi per il fatto che certe spese da voi indicate usualmente provengono da raccolte private di fondi e non dal Governo. 

  Cordialmente, 

  Franco Giannotti 
  St. Louis, 6 ottobre 2006