Ciao Valter,

Complimenti per l'elezione al CGIE, sono contento di essere rappresentato da uno come te che vuole farsi portavoce dei valori che mi appassionano e mi inorgogliscono in quanto Italiano. Condivido con la tua visione di quanto la politica meschina dei passati decenni sia oramai obsoleta e sia da paragonarsi ad un cancro da estirpare.  Nulla come la politica degli interessi personali e' stato piu' divisivo per la Nazione e per lo spirito unitario dei nostri compatrioti.

Nella tua bella lettera parli del concetto di 'rispetto'. Sono sicuro che da ex militare ti ricorderai la seconda e la terza strofa dell'Inno di Mameli. La necessita' di essere rispettati e' un elemento costante della nostra storia:

'Noi siamo da secoli calpesti, derisi, perche' non siam popolo, perche' siam divisi. 
Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: di fonderci insieme gia' l'ora suono'.
Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, l"italia chiamo'.

Ce tu sia portavoce del messaggio che la vera' liberta' non e' una cosa cosi' poi tanto libera'.  Per favore fatti inoltre messagero della consapevolezza che la vera democrazia e' frutto del sacrificio personale e dell'abnegazione ai principi dello Stato. Non c'e' posto per l'ego quando ci si dedica al servizio della societa'. Il vero leader e' colui che sa 'servire'. Il politicante che si serve della sua base 
prima o poi cade vittima del proprio narcisismo.

Come ti ho gia ' detto con parole piu' grevi quando ti ho avvicinato al bar dell' Ambasciata durante le votazioni: "Abbiamo creduto in te, adesso sappici rappresentare con onore".

Dulce et decorum est pro patria 'servire'.

Con affetto,

Gennaro Buonocore 
gbuonocore@msn.com
7 luglio 2004


Carissimo Della Nebbia,

ho letto con interesse la tua nobile lettera. Se mi permetti di essere franco, non mi é piaciuta la frase: "Con piacere ho potuto constatare durante le ultime elezioni del CGIE, che vi sono Comites in cui la politica é stata accantonata e si lavora tutti all'unisono per il bene della comunitá". Inorridisco al pensiero che ci sia un Comites in cui la politica sia stata accantonata. Quando si accantona la politica, normalmente si fanno altre cose meno nobili. Il Comites é, e deve essere, un organo politico. Ma forse c'é un equivoco generato da una diversa interpretazione del termine "politico". 

Politica (dal greco polis) significa occuparsi del bene della comunitá. In questo senso, io mi onoro di fare politica da quando avevo i calzoni corti. Lo so che un certo qualunquismo di maniera tende a confondere il termine "politico" con "partitico" , che é altra cosa. Ecco, se un Comites é politico, ma non partitico, é cosa giusta e santa. 

Non me ne volere. Ti aspetto a Roma. 

Un abbraccio, 

Gian Luigi Ferretti 
GianLuigi.Ferretti@fao.org
8 luglio 2004