Dov’erano i 3,682 firmatari quando il Comites di Miami fu eletto?

 

Senza intrometterci sulla validità o meno dei reclami in corso, vogliamo offrire alcune precisazioni su certe affermazioni assurde fatte da persone che ovviamente sono all’oscuro sulla situazione generale dei Comites.  Intanto per cominciare, dal nostro punto di vista, quello della redazione del portale www.comites.org, possiamo certamente attestare che il Comites di Miami è uno dei più attivi della nazione.  Inoltre, il loro presidente, Dr. Cesare Sassi, è stato il primo ad essere votato dai colleghi presidenti degli altri 10 Comites come loro rappresentante e quindi Presidente Intercomites per gli Stati Uniti, distinzione piuttosto significativa. Riteniamo che questa critica e petizione contro il Comites di Miami è basata su presupposti errati ed è un affronto all’intera istituzione dei Comites.  Speriamo che l’Intercomites ne prenderà atto e agirà con risolutezza alla prossima riunione.

 

Il Comites di Miami ha pubblicato ben 9 newsletters in due anni, numero di gran lunga superiore a qualsiasi altro Comites, qualcuno dei quali non ne ha pubblicato nemmeno una. In tempi di incertezze finanziarie dove membri dei Comites non sono né pagati e nemmeno rimborsati per le loro spese di viaggio se vogliono avventurarsi nel territorio della circoscrizione che dovrebbero rappresentare e, nel caso di Miami, non si tratta solamente di Miami, Fort Lauderdale o il resto della Florida ma include anche la Georgia, Sud Carolina, Alabama, Mississippi, Porto Rico e le isole Bahamas, St. Marteen, St.Eustatius, Saba, British Virgin Islands, Cayman Islands, Turks & Caicos, quindi affidarsi ai mezzi telematici per informare la cittadinanza è la soluzione più sensibile ed il Comites di Miami ha eccelso in questo riguardo con le loro newletters e la gestione del sito web.  Concentrare il proprio operato nella città principale della circoscrizione, tipicamente la sede del Consolato, è purtroppo tipico e necessario dal punto di vista economico per tutti i Comites.


Per quanto riguarda l’asserzione di essere stati eletti con poche centinaia di voti e quindi non idonei a rappresentare la comunità ricordiamo che mentre il presidente Sassi ha ricevuto 420 voti, questi sono superiori a quelli ricevuti da altri presidenti, come Washington: 201, Houston: 268, San Francisco: 290, Los Angeles: 311. Nemmeno agli ultimi posti Miami detiene il primato, infatti, almeno altri 3 Comites hanno ricevuto meno voti dei 157 ricevuti dal Sig. Ribetti e soltanto 3 degli 11 Comites hanno registrato più di 170 voti per i loro ultimi classificati.

 

Per finire, benché ci sia da ridire sull’intera situazione Comites, cosa che non staremo qui a discutere, il processo impiegato nelle sue elezioni è democratico e eseguito scrupolosamente.  Coloro che non ne sono soddisfatti al minimo potranno presentarsi e candidarsi alle prossime elezioni, ma nel frattempo dovrebbero almeno informarsi bene prima di criticare un’istituzione che cerca di fare il suo meglio con le misere risorse a loro disposizione e molto spesso rimettendoci soldi di tasca propria.  

 

Franco Giannotti,

Direttore,

www.comites.org

St. Louis, MO